
Ho sempre considerato l'attuale Ministro degli Esteri, Franco Frattini, persona degnissima e preparata. Le attuali polemiche contro l'asse franco-tedesco sembrano quanto mai opportune. Il timore che stiamo perdendo peso in Europa è più che fondato e dovrebbe trovare concordi tutti, maggioranza ed opposizione. L'on. Frattini è un moderato sicuramente, a me è sempre piaciuto come figura di politico, tra i più chiari e trasparenti, eppure se mi si può consentire una piccola polemica : è emblematico il flop nel quale è incappato qualche anno fa in tema di libertà di espressione. Emblematico e sintomatico della mentalità e l'approccio con i quali questa maggioranza si rapporta nei riguardi dei diritti costituzionalmente riconosciuti come quelli d'espressione e libertà di stampa. Questo approccio informa di sè le politiche che tramite l'indirizzo di questo governo ci hanno portato a questo disastroso stato di cose. E' del 10 settembre 2007 la proposta dell'allora commissario europeo per la giustizia, libertà e sicurezza - Franco Frattini per l'appunto - di imporre una sorta di censura sulle parole pubblicate in Internet per poter prevedere e limitare la diffusione di informazioni pericolose.
Tutto è relativo direbbe Einstain. Quali sono le informazioni pericolose? E chi stabilisce la differenza con quelle che si possono diffondere? All'epoca l'allora commissario replicò in tal modo all'Agenzia Reuters il 10 settembre 2007 : "I do intend to carry out a clear exploring exercise with the private sector ... on how it is possible to use technology to prevent people from using or searching dangerous words like bomb, kill, genocide or terrorism"
Una censura che dovrebbe essere applicata anche ai film dell'orrore, a questo punto, - nati per combattere le paure e rivelatisi a volte dei veri e propri canovacci d'azione - visti gli effetti nocivi che si riflettono sulla società, considerate le cronache degli ultimi tempi. La società è più debole psicologicamente. L'incertezza erode sul sistema generale. Eppure proprio per questo maggiore informazione porterebbe maggiore sicurezza e controllo. Non si può vietare d'informarsi anche su quanto di brutto la società è capace di produrre. Già nel 2007 il tentativo di coprire eventi e fatti disastrosi convincenvano molte menti "forti", "autorevoli" a mettere censure di antico sapore sette-ottocentesco, come tale si rivelò la proposta, forse un pò avventata, dell'allora commissario europeo. Un mettere la testa sotto la sabbia che non ha mai in fondo prodotto risultati positivi.
All'epoca subito fu pronta la risposta di ALCEI che definì la posizione del commissario europeo "inaccettabile, gravissima e realmente liberticida"... http://www.interlex.it/regole/alcei29.htm
Un mettere la testa sotto la sabbia, un mettere i tappi nelle orecchie, tipico di questo governo, evidente soprattutto in questi ultimi tempi di ... bilanci e finanziarie. E' vero che è necessario e doveroso controllare tutte le informazioni illegali e pericolose girano per la rete ma è anche vero che ciò non vuol dire censurare i siti di informazione di cronaca, di cultura che informano i cittadini su aspetti e retroaspetti di alcuni meccanismi della politica o della governance. Ciò interessa tutti ed è diritto di tutti.