L'Aquila - "Basta con la paura che frena la
propensione ai consumi: non ci sono altre situazioni che l’Italia
deve temere". A dirlo è il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, che torna a sollecitare atteggiamenti ottimistici per
uscire dalla crisi dell’economia. Parlando nel corso del workshop
al Tesoro sul rilancio dell’Aquila dopo il terremoto il premier
afferma: "Questa paura della crisi determina una riduzione dei
consumi, e quindi tutti dobbiamo avere paura della paura". Poi rilancia
il piano del governo sulla ricostruzione delle aree terremotate:
"Abbiamo deciso di non costruire nessuna
newtown ma di aggregare a ciò che già esiste dei quartieri
con abitazioni inserite negli ambienti naturali".
La crisi è passata Berlusconi ha ricordato le tappe
attraverso le quali il Governo italiano ha spinto a livello
internazionale per fronteggiare la crisi. Un ruolo svolto a
Washington quando dopo l’incontro con l’allora presidente Bush
l’amministrazione americana decise di stanziare 700 miliardi di
dollari per sostenere le banche. Insomma "ciò che doveva
accadere per banche e mercati è già accaduto. Chi doveva
fallire ha fallito e tutti quelli che facevano speculazione non
ci sono più. Oggi non ci sembra che ci siano altre situazioni
che dobbiamo temere".
Anche se il premier ha ribadito il problema del calo dei
consumi. Problema che però non ha altra causa che la paura.
Anche perchè nè i dipendenti pubblici, nè quelli privati, ne
i pensionati, hanno perso potere d’acquisto. "E' la paura della
crisi a determinare il calo dei consumi - ha detto Berlusconi -
dobbiamo avere paura della paura". Il premier ha poi ribadito
l’invito agli editori ad aumentare la "propria quota di voce",
cioè a fare più pubblicità evitando però di dirigerla verso "gruppi editoriali che alimentano la crisi".
Il nodo lincenziamenti A rischio per via della crisi economica
soprattutto i lavoratori autonomi, mentre i dipendenti privati
non saranno licenziati. Secondo alcuni dati
forniti dal premier "ci sono 14 milioni di lavoratori privati che
non hanno avuto una diminuzione dei loro introiti e non hanno
paura di perdere il posto". Infatti, sottolinea, "il 99% delle aziende private hanno dichiarato che mai
rinuncerà al proprio principale fattore di ricchezza, che è il
capitale umano".
Piuttosto, aggiunge Berlusconi, "a rischio sul mercato restano
soltanto i lavoratori autonomi, che però hanno una loro intima
forza di ottimismo, di fiducia nel futuro, che chiudono aziende
ma le riaprono. E comunque - precisa - il saldo fra le aziende
che chiudono e quelle che aprono è ancora oggi positivo".
Secondo i dati del presidente del Consiglio "di questi 5 milioni
di persone (gli autonomi, ndr) sono soltanto 5-600 mila in una
zona di rischio". Un numero che non può "incidere così
profondamente sulla diminuzione della domanda".
La situazione dei conti pubblici "Cercheremo di essere anche noi
sentimentalmente portati a vedere la dura realtà dei conti e
della crisi guardando avanti e sperando in un futuro migliore".
Il premier spiega di sentirsi "come quando uno si mette le mani
in tasca per fare la spesa e non trova neanche un euro. Una
situazione che io da imprenditore non ho mai conosciuto. Questa è
la situazione, ma dobbiamo essere ottimisti perchè la situazione
sta migliorando e non peggiorando. Ciò che di peggio doveva
accadere è accaduto".
La ricostruzione dell'Abruzzo "Ci aspettiamo suggestioni,
nuove idee per la ricostruzione de L’Aquila e dei 48 comuni che
la circondano e per il rilancio della sua economia che ha
nell’università il suo punto forte", dice nel suo intervento
il premier. Intanto il presidente del Consiglio fa un bilancio
dei lavori: "Entro settembre - spiega il Cavaliere - nessuno
abiterà più in una tenda, con una differenza assoluta
rispetto agli altri terremoti in Italia". Berlusconi ribadisce
che c’è un anticipo sui tempi e sottolinea che "non ci sarà
turbativa all’ambiente pre-esistente". Il Cavaliere dice di
puntare molto sulla nuova università che verrà ricostruita e
che sarà "un punto di attrazione per gli studenti e avrà
nuove facoltà proiettate verso il futuro". Un accenno, infine,
anche alle 500 chiese che - promette il il premier - saranno
ricostruite tutte: "in Abruzzo non si può camminare senza
imbattersi in una di queste chiese e incontrare quindi un segno
della civiltà cristiana", osserva Berlusconi.