Ora dirò delle cose che, sono certa, molti non approveranno: ma è il mio pensiero e dunque voglio esprimerlo qui con voi.
Non sono d'accordo con questo sciopero. Non perchè la manovra del governo non sia iniqua e ingiusta, ma perchè l'Italia è in bancarotta e un posto di lavoro si difende lavorando. Questo è uno sciopero ideologico, secondo me inutile e anzi dannoso. La CGIL è caduta nella trappola del governo che voleva di nuovo spaccare il sindacato (missione compiuta), dividere le forze sociali (missione compiuta), far distogliere l'interesse degli Italiani dal fatto che siamo in bancarotta (missione compiuta): insomma è uno sciopero congeniale al governo, che lo rafforza e non lo indebolisce.
Il vero problema da affrontare immediatamente è la mancanza di lavoro giovanile senza il quale l'Italia non avrà un futuro e insieme ad essa centinaia di migliaia di disgraziati giovani, cui è negato un progetto di vita.
Lo sciopero si indice per qualcosa di preciso: ad esempio considero eroi moderni quei lavoratori che sono stati sulle gru o sui tetti a settimane per difendere il loro posto di lavoro contro l'azienda che voleva licenziarli. In questo caso invece contro cosa si protesta? Contro una manovra ancora neppure approvata?
Io credo che gli Italiani debbano rendersi conto che i tempi delle vacche grasse sono finiti, che sarà richiesto a ciascuno di noi uno stile di vita più sobrio, che non potremo continuare a vivere al di sopra delle nostre possibilità, proprio per assicurare un'idea di futuro alle nuove generazioni.
Il sindacato l'ha capito? Non mi sembra. Bersani l'ha capito? Non mi sembra.
E già che ci sono ne dico un'altra. Toccare le pensioni penso sia inevitabile, perchè la vita media è cresciuta e tutta Europa l'ha capito da un pezzo. Dire che andiamo bene così è un falso: pensate a quando fra 20 anni le pensioni non verranno più erogate perchè i giovani attuali non avranno versato i contributi necessari per garantirle. Cosa faremo allora? Allungare gradualmente l'età lavorativa, almeno per coloro che potrebbero farlo, significa garantire anche le nostre future pensioni. Oltre tutto è provato che chi va in pensione non è sostituito da un giovane, ma viene proprio cancellata la sua mansione e per tre che vanno in pensione entra un'altra persona, la cui giovinezza si aggira intorno ai 40 anni. Questo accade nella scuola, ad esempio, ma da quello che sento, anche all'Università e in altre attività pubbliche.
Insomma i giovani al primo posto dell'agenda politica di qualsiasi partito, dei sindacati e di noi tutti, se non vogliamo davvero diventare l'avamposto del terzo mondo.