Continua la mobilitazione dei lavoratori elettrici e telefonici contro la legge n.122/10 che, abrogando la gratuità del trasferimento e della ricongiunzione dei contributi previdenziali all'Inps, obbligherà i lavoratori a pagare cifre importanti o addirittura a rinviare il pensionamento. Si tratta di una vera e propria stangata in particolare per gli operai e i turnisti di queste categorie: ho presentato
un’interrogazione al Ministro del Lavoro, che ha regolarmente ignorato le legittime richieste dei sindacati esposte durante le audizioni in Commissione lavoro della Camera e del Senato, affinché si degni di convocare al più presto un tavolo con le parti sociali coinvolte per risolvere il problema, per prevenire l’ampio contenzioso legale annunciato e per salvaguardare il diritto a una pensione equa per i lavoratori.
La ricongiunzione dei contributi così come è, infatti, non funziona: la legge 122 del 2010 ha reso troppo costosa la riunificazione dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali, e a pagarne il prezzo più alto sono i lavoratori iscritti agli ex fondi elettrici e telefonici dell’Inps. I contribuenti devono pagare diverse decine di migliaia di euro pur di attuare questa pratica, che permette di raggiungere prima i requisiti per andare in pensione e usare per il calcolo dell’assegno tutti i versamenti fatti, cumulandoli in un unico fondo.
Addirittura, per molti lavoratori assunti in determinati anni, i periodi maturati all’INPS precedentemente all'assunzione in un'azienda elettrica o telefonica non sono riconoscibili gratuitamente al Fondo. Siamo di fronte dunque a una discriminazione intollerabile, che il Pd denuncia da tempo e che va assolutamente sanata, considerando oltretutto che la ricongiunzione diventerà sempre più importante, soprattutto per i giovani impegnati in un mercato del lavoro estremamente flessibile.