L’Inps è ormai a rischio collasso. Dopo i 550 precari che sono stati lasciati a casa per colpa della manovra di Tremonti a gennaio, altri 1240 rischiano seriamente di rimanere senza lavoro a partire dal 1 aprile. La situazione è gravissima, perché al gigantesco problema occupazionale (sono 100 mila i precari della pubblica amministrazione potenzialmente a rischio in tutta Italia) si somma il fatto che queste persone svolgono funzioni ordinarie e strutturali, e il loro licenziamento potrebbe seriamente rallentare o bloccare il lavoro dell’istituto.
Questi precari infatti si occupano di erogare importantissime pratiche pensionistiche e sociali di competenza dell’Inps, come la cassa in deroga, la disoccupazione, l’invalidità civile: tutte funzioni cruciali che saranno a rischio se i precari saranno mandati a casa. Inoltre - e aggiungo, paradossalmente - lo stesso Inps dovrà erogare le indennità ordinarie di disoccupazione per questi stessi lavoratori, per un costo di circa 7 milioni e mezzo di euro.
Insomma, un bel modo di “fare cassa”. La manovra voluta da Tremonti taglia della metà la spesa per il personale della pubblica amministrazione senza preoccuparsi del fatto che questa misura - assieme al blocco del turnover - sarà un colpo mortale per il buon funzionamento di uffici che erogano servizi fondamentali per i cittadini. Il risultato è che ora la P.A. è al collasso, in tantissimi perderanno il lavoro e oltretutto il Governo ha bocciato con arroganza i nostri emendamenti salva-precari.
Chissà se almeno adesso, a fronte di questa ecatombe lavorativa, il Ministro Sacconi si degnerà di ascoltare le richieste dei sindacati e deciderà di occuparsi seriamente della questione. Io dico che sarebbe decisamente il caso.