LE CARTE DELLA DIFESA
"Ad Arcore niente sesso e poco alcol"
Nella verità del premier Ruby è maggiorenne
Alla Camera la memoria dei suoi legali. Nel dossier difensivo 29 testi. Mora racconta di aver visto Ruby ad Arcore nel 2009, un anno prima rispetto a quanto dice la ragazza di WALTER GALBIATI e LIANA MILELLA
MILANO - Ben 29 testimoni. Forse contrastanti sui particolari, come le date, gli ospiti, ma tutti d'accordo sul carattere delle feste. Di sesso o altro, nemmeno l'ombra. Uno dietro l'altro hanno risposto alle domande dei difensori del premier, Silvio Berlusconi. Per nessuno - si legge nella memoria depositata alla giunta per le autorizzazioni della Camera - esiste il bunga bunga, né come locale a luci rosse nascosto nelle viscere di Arcore, né come metafora sessuale. Quelle cene, anche nel cuore della notte erano dei semplici ritrovi conviviali in cui il premier si comportava "da signore" in mezzo a donne che a dire di Carlo Rossella "erano simpaticamente rispettose e ossequiose nei confronti del presidente. Non ricordo nessuna che gli desse del tu". Mai spogliarelli o attività sessuale. Nessun reato, e se mai ne è esistito uno nel castello di accuse della procura come la telefonata in Questura per liberare Ruby, è competente il Tribunale dei ministri, non certo Milano.
1) La competenza
"La concussione - scrivono i legali di Berlusconi - si sarebbe consumata non in Milano, ma in Sesto San Giovanni", dove stava il numero due della Questura Pietro Ostuni, quando ha ricevuto la telefonata e in più Berlusconi l'ha effettuata "nella sua qualità di presidente del Consiglio dei ministri". Per un episodio simile con l'Agcom, il Tribunale di Trani ha mandato il dossier al locale Tribunale dei ministri.
2) Sesso tra Ruby e il premier
Per
la difesa, i testimoni chiave delle serate sono i camerieri e i musicisti, perché sono loro ad essere sempre presenti alle feste e a non lasciare mai solo il Presidente con le ragazze e gli altri ospiti. "Sempre insieme a me, al personale di servizio e agli ospiti", ha risposto Danilo Mariani, il dj delle serate che ha assicurato di non avere mai assistito a spogliarelli o scene di sesso e che in discoteca si beveva moderatamente: "Il drink più alcolico era a base di champagne". Ruby? "Associo questo nome a una ragazza mora, alta, di età intorno ai 20-23 anni".
3) Era minorenne e il premier lo ignorava
"Gli unici minorenni erano i nipoti alle cene di famiglia", ha spiegato il cantante Apicella, che di Ruby ricorda "solo il nome, ma non il viso". Come Berlusconi apprende della minore età di Ruby, lo spiega Miriam Loddo. Era la notte del fermo. "Io fui contattata dalla Michelle che mi narrò la situazione in cui si trovava la ragazza e mi chiese di informare l'onorevole Silvio Berlusconi di quanto era avvenuto. Io riuscii a parlagli telefonicamente, rappresentando l'accaduto e che, evidentemente, la Ruby era minorenne perché la polizia chiedeva dei genitori". Alla domanda su come reagì Berlusconi, la Loddo risponde: "Rimase molto sorpreso dicendomi: "ma come? In Italia si è maggiorenni a 18 anni e lei ne ha 24?". Anche la Minetti apprende solo in Questura che Ruby è minorenne: "L'avevo conosciuta qualche tempo prima ad una cena dal presidente ad Arcore. Ruby raccontò una storia di vita tristissima e disse che i genitori erano musulmani e che era dovuta scappare di casa, perché voleva convertirsi alla religione cattolica. Quando sono andata in Questura ho appreso con grande stupore che in realtà era ancora minorenne". Lo ignora anche Lele Mora, perché la ragazza non lascia i documenti alla sua agenzia, dice di averli persi.
4) Quando arriva ad Arcore e con chi?
Quando e quante volte Ruby vada ad Arcore, non si capisce bene, di certo "non l'ha mai accompagnata l'imprenditore Giampaolo Traversi con il quale Lele Mora l'ha vista arrivare una sera. "Sì la ricordo bene - dice Mora - l'ho conosciuta ad Arcore nel 2009 in una cena. Io ero già in casa e Ruby arrivò con due ragazzi uno di cognome Traversi e l'altro non ricordo. Lei voleva lavorare nel mondo dello spettacolo e mi chiese di darle una mano. Una settimana dopo si presentò nei miei uffici chiedendo un aiuto economico. Poiché ritenevo che potesse avere un futuro lavorativo, le diedi 3mila euro. La mia società investe su giovani emergenti, è per me normale anticipare le spese, mettere a disposizione piccoli appartamenti, pranzi cene". Ruby dal canto suo dichiara di avere incontrato Silvio Berlusconi il 14 febbraio 2010.
5) Serate decorose o bunga bunga?
Per tutti i testimoni le serate di Arcore erano innocenti riunioni conviviali. La descrizione più spinta arriva dall'ex direttore di Panorama, Carlo Rossella, che ad Arcore dice di essere stato la sera di Natale 2009 e poi a una seconda cena in occasione di una partita del Milan nel 2010, una a fine settembre e infine un'altra qualche settimana fa. "Vi partecipavano a Natale il presidente, Emilio Fede e due o tre amiche del presidente, le altre volte c'erano Mora, Fede e una ventina di ragazze". Minorenni? "Mai, avendo lavorato per anni nel mondo del cinema e della tv credo di avere un occhio esperto per giudicare l'età delle donne". Le feste, l'alcol, la droga il sesso? "Essendo un cronista ho notato che girava molta coca cola light, acqua minerale e qualche amaro. L'unico che ha bevuto una vodka sono stato io". Il presidente era molto simpatico e corretto, "raccontava episodi della sua vita, le sue esperienze di Parigi, ogni tanto cantava canzoni di Aznavour, Trenet, Henry Salvador e qualcuna delle sue canzoni scritte con Apicella". La cosa più scandalosa era "cantare".
6) I soldi da Spinelli
A pagare Ruby è Spinelli, il cassiere che lavora per Berlusconi dal 1978 e che quando Silvio entra in politica passa alle società che fanno capo direttamente al premier. Frequenta Silvio ogni settimana, ma non le cene conviviali. "Berlusconi, mi pare fosse primavera o inizio estate di quest'anno, mi ha avvisato che mi avrebbe cercato una ragazza di nome Ruby e che potevo riceverla perché aveva bisogno di essere aiutata. Spesso mi invia delle persone bisognose, da sempre fa diffusa beneficenza sia direttamente sia attraverso la sua fondazione intestata al padre. Ruby mi chiamò sul mio telefonino. Ricevetti la ragazza la prima volta nel mio ufficio a Milano2 e poi la vidi altre 4 o 5 volte". La prima volta "mi disse di avere impellenti necessità economiche, perché doveva restituire dei prestiti e pagare l'affitto. Mi chiese 5mila euro, ma gliene diedi 3mila. La settimana successiva si ripresentò e le consegnai ulteriori 2mila". Un mese dopo "mi si ripresentò, mi raccontò di essere stata scacciata dalla sua coinquilina. Aveva un ematoma, venne senza preavviso telefonico, le diedi 3500 euro. Poi non le diedi più niente. Un mio collega le consegnò 100 euro per liberarsi di lei pagandole un taxi. A ottobre di quest'anno per allontanarla le consegnai 300 euro. Mi ha cercato più volte l'ultima volta il 25 ottobre 2010". Il tutto senza tenere una contabilità dei pagamenti.
(26 gennaio 2011)