
I campionati del mondo di calcio sono, nei nostri giorni, la palestra più spudorata del nazionalismo al servizio dei peggiori e dei migliori regimi, che sempre regimi sono, e obnubila le menti dei popoli mentre anni di storia e di sofferenze inenarrabili parlano un linguaggio del tutto diverso e indicano un percorso pressoché opposto.
Una sola postilla, forse la più esile e impalpabile di tutte, ma per me raggelante:
guardate i volti dei giocatori non "originali" made in Germany, al canto di Deutschland ueber alles, anzi alla musica di Deutschland ueber alles, perché loro non cantano, gli originali si. E i giornali tedeschi premono per farli cantare per apparire come gli altri, loro invece non hanno ancora ceduto. Mi dico: meno male, almeno, che non c’è nessun italiano tra di loro.
Povero, grande vecchio Mandela!
Quando ostentare la scritta "NO al razzismo”, significa nello stesso istante celebrare il più stentoreo "SI al nazionalismo" che la storia e l’attualità indicano essere il seme originale e imprescindibile del razzismo!
Raggelano gli sghignazzi volgari e sfrenati soprattutto alla fine del video, nonchè amibentazioni del tutto ricercate del "cesso" con la carta igienca più e più volte ostentati. Una gazzarra da postribolo di infame memoria.
Ma ancora peggio sono i commenti degli italiani che si sforzano di sorridere, di giustificare, di partecipare in qualche modo alla sordida gazzarra, ...con spirito da ... kapò ...nella migliore delle ipotesi!
Alziamoci perdio! A cominciare dagli infami pretesti che la nostra sordida politica contiunua ad esibire sotto l'impermeabile arroganza del potere corrotto.