Scalfari ieri ha proposto di modificare il regolamento delle primarie: chi il 25 ottobre prenderà più voti sarà il segretario PD, anche se non raggiunge la soglia del 50%+1.
La proposta è stata ovviamente accettata da Franceschini e Bersani, e altrettanto ovviamente rifiutata da Marino: i primi due sanno di poter vincere, il terzo sa di essere all'Assemblea con ogni probabilità l'ago della bilancia. La proposta quindi è saltata.
Premetto che secondo me cambiare le regole in corsa è sbagliato. C'è però da osservare che il partito dovrà spiegare bene perchè dopo le primarie potrebbe non esserci il segretario, ma bisogna ancora aspettare il voto dei delegati eletti: potrebbe questo apparire come l'ennesimo gioco politico di potere, che invalidi il voto dei cittadini. Deve spiegare che potrebbe anche essere eletto un segretario con il 34% dei voti, se gli altri due si fermano al 33%, e allora avrebbe poca forza all'interno dell'assemblea; gli altri due infatti potrebbero opporsi ad ogni sua decisione e di fatto avremmo un segretario che non impone al partito la propria linea.
Con la situazione attuale invece due dei tre candidati devono trovare un accordo programmatico e il partito avere una linea ben definita. Però bisogna fare attenzione: Marino non può vantarsi troppo di poter fare l'ago della bilancia e quindi di avere un fortissimo potere ricattatorio in assemblea: questo lo faceva la sinistra radicale in Parlamento, e sappiamo come è andata a finire.
Se non siamo in grado di far capire che il regolamento è contorto, ma proprio per questo molto democratico, faremmo meglio a seguire la proposta di Scalfari.