
Oggi è solo il momento del dolore, dunque terrò a freno le polemiche (d'altronde ho già detto la mia giovedì). Solo una cosa, però: non chiamateli eroi. Quei sei militari caduti in Afghanistan sono vittime, non eroi.
Chiamarli eroi vorrebbe dire delegare la responsabilità della loro morte a loro stessi. Morire da eroi significa morire mentre si fa qualcosa di eroico, che nessuno ti ha chiesto di fare, nemmeno lo Stato. Quei sei militari, invece, non hanno fatto alcunchè di eroico, a meno di non voler definire tale un giro di pattuglia in carrarmato. Sono invece vittime di un vile attentato, e della colpevole ipocrisia di uno Stato e di una classe politica (tutta, ormai) che manda in guerra persone equipaggiate per la pace.
Basta retorica, dunque. Chiamiamo le cose con il loro nome. E non nascondiamo le responsabilità.
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8 febbraio 2008
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