L’Italia resta in gara sull’eolico anche attraverso tecnologie sperimentali. A Bruxelles, alla conferenza Sustainable development: a challenge for European research (26 - 28 maggio) viene presentata la relazione di Mario Milanese, docente di Controlli automatici al Politecnico di Torino, sull’eolico di alta quota. Il progetto consiste in alcune decine di aquiloni, mossi da un sistema di regolazione computerizzato, che si muovono a una quota compresa tra i 500 e gli 800 metri e servono a far girare una giostra capace di produrre energia. Per costruire una centrale da mille megawatt, capace di sostenere circa un trentesimo del consumo elettrico italiano, basterebbe un’area di due chilometri di raggio. La centrale inoltre non ha bisogno di grandi pilastri verticali, che devono essere capaci di resistere frontalmente alla pressione del vento, perché tutto si basa sul movimento di rotazione impresso a una struttura cilindrica: le vele della giostra salgono in alto, la struttura resta a fior di terra. In questo tipo di eolico il punto critico non riguarda più la meccanica ma l’elettronica: il controllo dei bracci computerizzati che governano i cavi da tre millimetri degli aquiloni.
Fonte: Repubblica, blog d'autore
17 maggio 2009
Autore: Antonio Cianciullo
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