
Al pari di Cacciari (l'articolo è
qui, ma non farti impressionare dal tono del
Gazzettino - che è di Caltagirone peraltro), anche io sono rimasto perplesso sulla candidatura di Luigi Berlinguer nella circoscrizione Nord-Est, addirittura come capolista per le europee.
Classe 1932, intellettuale e giurista (è stato perfino rettore a Siena), ha una lunga carriera alle spalle, da Ministro dell'Università - dove a mio parere ha dimostrato il suo valore - a membro del Consiglio Superiore della Magistratura. E' cugino di Enrico Berlinguer.
Ma la domanda è: c'era bisogno di tirarlo fuori dall'armadio dei ricordi? Cosa può ancora dire, cosa esprime un candidato del genere, che ha già passato la sua stagione di fioritura politica?
Oltretutto, perché candidarlo in una circoscrizione difficile come il Nord-Est, patria di imprenditori e piccola borghesia, e così distante dalla Sardegna in cui è cresciuto, o dalla Toscana in cui ha operato?
Mi spiego la strategia solo con il tentativo di recuperare voti a sinistra, cercando di recuperare tutta quella fetta di elettorato che "è finita dall'altra parte". Gil iscritti alla Cgil che votano Lega Nord, tanto per capirsi.
In effetti, vuoi mettere la suggestione e l'emozione di tornare a casa dal seggio dopo avere votato, e annunciare, tronfio e fiero ai parenti: «Stamattina, ho votato per Berlinguer!».