Matteo Renzi, presidente della Provincia di Firenze, è stato il trionfatore assoluto delle primarie per la scelta del candidato sindaco del capoluogo toscano. Il Time lo definisce l'Obama italiano, "la miglior chance per il Partito democratico di uscire dalla crisi in cui è piombato dopo le dimissioni del leader Veltroni". Per lo storico Franco Cardini ha pescato nell'elettorato del PDL "essendo il politico del PD più a destra". Per Daria Bignardi, che lo ha ospitato su La7, Renzi è "proprio di destra". Alle Invasioni Barbariche il Presidente della Provincia di Firenze se la prende con lo sciopero indetto dalla CGIL, colpevole di averlo fatto arrivare in ritardo in trasmissione, attacca Veltroni e bacchetta il sindaco Dominici. Con aria da piacione e parlantina fluida sa toccare il cuore dell'elettorato nazional popolare, come quando afferma che in caso di sconfitta alle primarie non farà "come tutti gli altri che chiedono un posto in un consiglio di amministrazione, in una municipalizzata - poi non funzionan più le aziende di servizi - ma io se perdo le elezioni torno a fare il lavoro di prima". E ancora: "oggi c'è bisogno di dare segnali contro la casta, per cui, se vinco cambio Firenze - anzi la rivoluziono - se perdo cambio mestiere". Gioca con la "bellezza di Firenze" e le "vertigini" che provoca la vista di Palazzo Vecchio per rivendicare la propria autonomia dai vertici del PD, colpevoli, a suo giudizio, di pesanti ingerenze nelle vicende fiorentine. Per lui i "romani" che sono chiusi nelle loro stanze non possono interpretare il "sogno" di Firenze. Memorabile il passaggio in cui Renzi denuncia le resistenze presenti nel PD nei confronti dei giovani: "quando ho proposto la candidatura a sindaco un assessore importante mi ha detto 'ciccio, rispetta la fila'. Perchè l'idea è che la politica sia una sorta di coda come alla Coop davanti al macellaio. Adesso serviamo il numero 23". Splendida frase, splendida fotografia di una realtà fin troppo diffusa. Peccato che Daria Bignardi gli ricordi un'intercettazione telefonica in cui appare perfettamente integrato nella "vecchia" politica. Dopo un primo tentativo di arrampicarsi sugli specchi si salva ricordando che nelle intercettazioni viene definito da alcuni assessori "il ragazzino". Un colpo ad effetto che dimostra una buona padronanza degli strumenti di comunicazione ma non chiarisce nulla.
Il nostro aveva mostrato quale sia la sua vera pasta già nel gennaio 2008, nel corso di una trasmissione su canale 10. Si discuteva di rifiuti e inceneritori e Renzi apostrofò l'oncologa Patrizia Gentilini con questa brutta frase: «Aspirante alchimista, apprendista Maga Magò, si vergogni». Un'uscita che gli è costata una citazione per ingiurie.
Ma torniamo all'intervista con la Bignardi. Matteo Renzi è davvero bravo, pronuncia parole semplici, lancia slogan efficaci: "abitare il futuro", "smettere di pensare agli ultimi 30 anni della politica italiana e iniziare a pensare alla politica centrata sui nostri figli, sui tanti passeggini che vanno a zonzo nei giardini scalcinati italiani". Peccato che i contenuti che esprime siano di retroguardia. Quando tenta un accenno alla sostenibiltà ambientale tradisce il suo pensiero conservatore difendendo la scelta dell'inceneritore nella piana fiorentina . Poi si dichiara contrario ai matrimoni gay, alla liberalizzazione delle droghe leggere, esprime dubbi su PACS e DICO, Ma quali sono i sogni e le speranze che vuole evocare? Non basta la citazione di Don Milani per convincermi che Renzi sia l'Obama italiano. Forse ha ragione Staino, Renzi "ha una fregola di arrivare che me lo fa sembrare vecchio come Andreotti".