Ecco alcune citazioni dal piccolo libro di Amos Oz “Contro il fanatismo” (Feltrinelli 2004) che raccoglie tre lezioni tenute presso l’Università di Tubinga. Le sue parole, laiche, ironiche e profetiche sono una preziosa traccia ideale per la pace che in molti vogliamo subito, non solo per motivi umanitari, ma perché una pace giusta è l’unica arma per disarmare, anche politicamente, Hamas, e garantire l’esistenza sicura di Israele.
Spero che nessuno voglia accusare di antisemitismo Amos Oz.
“ A quel tempo [primi anni trenta, quando il padre di Oz riuscì, “dopo mille peripezie” a raggiungere la Palestina dalla Lituania n.d.r.] l’Europa era tappezzata di graffiti: ebrei andatevene in Palestina. Quando, molti decenni dopo, mio padre tornò in Europa per un viaggio, la trovò coperta di altre scritte: ebrei, fuori dalla Palestina . . . Come non far maturare un senso di relatività, un senso della prospettiva e anche una triste ironia sul fatto che gli occupati possono diventare occupanti, gli oppressi oppressori, le vittime di ieri aggressori ? Con quanta facilità i ruoli si ribaltano”.
“Sono un gran fautore del compromesso. So che questa parola gode di una pessima reputazione nei circoli idealistici d’Europa, in particolare fra i giovani. Il compromesso è considerato come una mancanza d’integrità, di dirittura morale, di consistenza, di onestà. Il compromesso puzza, è disonesto. Non nel mio vocabolario. Nel mio mondo la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte… Ritengo che l’essenza del fanatismo sia nel desiderio di costringere gli altri a cambiare. Quell’inclinazione comune a rendere migliore il tuo vicino, educare il tuo coniuge, programmare tuo figlio, raddrizzare tuo fratello, piuttosto che lasciarli vivere.”
“La lotta tra ebrei israeliani e arabi palestinesi non è di fatto una guerra di religione… non è altro che un conflitto territoriale sulla dolente questione del ‘a chi appartiene questa terra’?… questo è un conflitto tra un diritto è l’altro, tra due vigorose e convincenti rivendicazioni sullo stesso piccolo paese. Non una guerra religiosa… semplicemete una disputa immobiliare sulla proprietà dello stabile. Sono convinto che si possa arrivare a una soluzione.”
“Ma noi abbiamo necessità di un compromesso. Compromesso significa che il popolo palestinese non debba mai mettersi in ginocchio, e nemmeno debba farlo il popolo ebraico israeliano. . . .Una delle cose che rendono il conflitto israelo-palestinese particolarmente grave, è il fatto che esso sia essenzialmente un conflitto tra due vittime.”
Amos Oz conclude l’ultima lezione di Tubinga con queste parole:
“A voi europei tocca riservare ogni oncia di aiuto e solidarietà a questi due pazienti, fin d’ora. Non dovete più scegliere tra essere pro Israele o pro Palestina. Dovete essere per la pace.”